I RAGAZZI DI RIESCO SI RACCONTANO IN HAB

“Nulla su di noi senza di noi”: le persone con disabilità non si fanno raccontare, ma raccontano, parlano di sé stesse, e poi spaziano, si cimentano nella cultura – alta e pop – e nella narrazione della bellezza di Padova. È il senso del progetto HAB, realizzato dall’associazione Arci Naif in partnership con le cooperative sociali L’Iride e Provate e sostenuto dalla Fondazione Cariparo nell’ambito del bando Culturalmente 2020. “Non sono Chiara Ferragni, è complicato riuscire ad avere tutti i suoi follower”, spiega Alessia, una delle protagoniste di HAB, “ma anch’io ho qualcosa da dire e sono felice di farlo”. La materia è delicata: maneggiando parole e linguaggio, foto e video, si cerca di abbattere le barriere e di stimolare il protagonismo di persone con disabilità. E naturalmente lo si farà attraverso gli strumenti della rivoluzione digitale: il progetto ha preso il via con il lancio di una pagina social – facebook.com/habpadova – che si declinerà anche su Instagram, LinkedIn, Twitter e Youtube. In questi spazi ragazzi con disabilità si raccontano ed hanno iniziato a tenere delle rubriche: c’è chi presidia il filone della cultura popolare, mettendo in campo le proprie passioni, chi si propone con il proprio lato ironico, chi ha già raccontato il vissuto del lockdown, chi si lancia in riflessioni filosofiche, massime scientifiche e pensatori classici. C’è chi ha una disabilità fisica, chi mette a disposizione il proprio punto di vista da Asperger. Non solo: un laboratorio di ragazzi con autismo, con il supporto de L’Iride, ha “tradotto” i principali monumenti di Padova nel linguaggio in simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa, a settembre – Covid permettendo – si proporrà alle scuole della provincia di Padova di vedere questi lavori. Un modo, anche questo, per rendere accessibili a tutte e tutti la storia e la potenza artistica della Cappella degli Scrovegni, e poi il fascino di Palazzo della Ragione, di Prato della Valle, di Sant’Antonio e dell’Orto Botanico. Ogni anno, in estate – HAB ha una durata triennale – un concerto “inclusivo”. “L’idea”, spiega il referente del progetto, Sebastiano Rizzardi, “è quella di aprire spazi di indipendenza e di autonomia: è fondamentale che la cultura dell’inclusione e della partecipazione sia promossa da chi sente ogni giorno l’urgenza di una società più aperta, senza barriere, che apra spazi di inclusione e lavoro. Una società che, nell’aprirsi alle tante diversità, può trovare più forza, più energia”. Il ribaltamento della prospettiva è alla base degli obiettivi del progetto: “Le persone con disabilità non sono “oggetto” di narrazione, ma sono “soggetto” che racconta, che promuove, che è al centro dello sviluppo di una cultura e di uno sguardo sul mondo. HAB sarà il racconto di donne e uomini che hanno qualcosa di bello e buono da dire”.

 

Ne parla il mattino di Padova.